MIRKO MAZZOLI

PSICOTERAPIA

La psicoterapia Biosistemica

Il modello teorico Biosistemico può essere compreso attraverso le sue due componenti: biologica e sistemica e si basa sull’idea che ci siano processi fisiologici inconsapevoli che sono alla base delle nostre difficoltà emotive e che questi processi fisiologici debbano essere trasformati.

Ci riferiamo alle dinamiche del sistema limbico, considerato il “cervello emozionale” da Paul McLean, ed a tutti i processi cerebrali al di sotto di questo livello subcorticale, che partecipano alla nostra vita esperienziale e comportamentale, ma il cui funzionamento non è direttamente collegato alle aree della coscienza.

La psicoterapia Biosistemica parte perciò dalla “radice organica” che, come mostra ampiamente Gerald Edelman, influenza i processi corporei inconsapevoli che si trovano al di fuori del regno della coscienza. Specifiche tecniche, che coinvolgono anche un differente uso del linguaggio, mobilitano e trasformano tali processi fisiologici inconsapevoli, congiuntamente a quelli accessibili alla coscienza, con il preciso obbiettivo di riconnettere i livelli organici profondi con il territorio della parola e dei significati.

EMDR

E’ una tecnica utile per elaborare i traumi psichici e fisici riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il metodo EMDR è un vero e proprio pronto soccorso per la mente“, utilissimo per il superamento dei traumi. Isabel Fernandez, psicoterapeuta e presidente dell’associazione EMDR Italia, (Roma, 31-01-2020).

“Il Metodo EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari), nato 30 anni fa, fu scoperto e sviluppato da Francine Shapiro, e fin dall’inizio è stato basato sulla ricerca scientifica. In effetti è uno dei metodi sui traumi con più ricerca alla base, riconosciuto e considerato efficace dall’OMS e da tantissime linee guida internazionali- ha spiegato Fernandez- Il punto più importante di questo metodo terapeutico è lavorare sullo stress generato da un’esperienza traumatica con un impatto emotivo forte, nei confronti di una persona, un nucleo familiare o un’intera comunità. Attraverso il lavoro sul ricordo dell’evento, che è la cosa che poi resta, si cerca di elaborare il trauma in maniera concreta, con un’intervento breve che possa neutralizzare la carica emotiva, desensibilizzare il ricordo, per poter poi pensare all’esperienza in maniera più serena”. 

Non superare bene un trauma infatti, “può incidere su tantissimi disturbi – ansia, umore, depressione, disturbi alimentari, dipendenze – ha spiegato la psicoterapeuta- Quindi per esempio in caso di dipendenze si lavora sugli aspetti della storia traumatica e non solo sulla dipendenza”. 

Anche in caso di aggressioni, violenze sessuali, ha continuato la presidente dell’associazione EMDR Italia, “si accede ai momenti che per la vittima sono stati più pesanti, e con una stimolazione di movimenti oculari rapidi – come avviene nel sonno REM, quando sogniamo – il ricordo inizia a perdere la sua carica emotiva, si inizia a sentire sollievo e a vedere le cose in maniera più costruttiva, ricostruire la propria autostima senza farsi condizionare da quanto successo”.